|
|
|
|
|
|
|
|
Report della sostituzione della catena di distribuzione della Gippiola! |
Finalmente, dopo anni di ritardi e scuse, mi sono deciso a sostituire la catena di distribuzione della Gippiola. La mia scarsa fiducia nelle officine cagliaritane e l'aver assistito a scene come quella del meccanico che, a Pirri, gira impennando con le moto mezze smontate dei clienti, mi ha fatto decidere di affrontare l'impresa in proprio. Questo resoconto vuole essere la testimonianza di come "si può fare", del fatto che "io c'ero" e, spero, possa risultare utile a tutti coloro che vorranno cimentarsi in imprese del genere. Attenti però: tutto ciò che leggerete e vedrete è stato fatto da un demente professionista e patentato, non provate a farlo a casa senza l'adeguata preparazione! Io declino ogni responsabilità in merito! Non voglio sentire nessuno che mi dica cose come "Ho fatto quello che hai fatto tu e il motore è esploso! Ricomprami la moto brutto disgraziato!". Ma andiamo avanti con la storia. Innanzitutto ho costretto praticamente Toi a prestarmi il suo garage per smontare la Gippiola e poi ho comprato la catena da Nurchi: 136 maglie DID per circa 100'000 lire. |
|
Dopo essermi armato di buona volontà, pazienza, lampada a gas e bombolette (nel garage non c'è la corrente) ha inizio questa interminabile saga. Per vari motivi il tempo che ho potuto dedicare all'intervento è stato solo quello di alcuni sabati mattina perciò le cose si sono prolungate per diverse settimane. Ho così iniziato la fase di smontaggio, che parte, come al solito, con il pensiero "questa volta smonto il meno possibile", per poi rendermi rapidamente conto che occorre demolire mezza moto, perchè, come dice Toi, "per togliere i carburatori bisogna cominciare a smontare la targa". Questa tesi è stata suffragata dalle operazioni di riattivazione dell'NX di Titti, per il cui smontaggio dei carburatori, si deve partire smontando le frecce anteriori. Ma questa è un'altra storia... Dimenticavo: è indispensabile, almeno a mio modo di vedere, avere a disposizione il manuale d'officina della moto, al fine di avere tutte le indicazioni corrette riguardo la fasatura, il serraggio delle viti (coppia e ordine), e tutto ciò che riguarda il montaggio e lo smontaggio di parti particolarmente delicate come gli alberi a camme e simili. Comunque, lo smontaggio ha avuto più o meno le seguenti fasi: sella, serbatoio, batteria, carena anteriore, liquido di raffreddamento, cavi candele, bobine d'accensione, tubature d'acqua varie, termostato, scatola filtro, batteria carburatori, cavi vari. |
|
|
|
E tutto per liberare il coperchio valvole. Una volta rimosso questo (e stando ben attenti a non rovinare la preziosissima e delicatissima guarnizione relativa) ecco finalmente a vista gli assi a camme con la catena di distribuzione. |
|
A questo punto, avvalendosi del manuale, è consigliabile smontare il carter laterale (quello con i pick-up dell'accensione) e posizionare la fasatura sui contrassegni appositi. Nella Gippiola una delle T presenti sull'albero motore e visibili dal carter laterale, fa corrispondere il 1' pistone al punto morto superiore e mette due segni sugli assi a camme agli antipodi. Per far ruotare l'albero motore in genere è sufficiente una chiave (da 17 nel caso della Gippiola) da applicare sul dado posto nel carter dei pickup. Seconda cosa da fare ora è smontare il tendicatena per permettere alla catena di allentarsi. Solitamente, come nel caso della Gippiola, questo ha una regolazione esterna, proprio sotto ai carburatori. Si tratta di un capuccetto che, una volta svitato, libera una molla che spinge sul tendicatena (occhio quando svitate che non parta a missile). Se il manuale non lo riporta, o non avete il manuale, segnatevi il numero di maglie che intercorrono fra un segno e l'altro degli assi a camme! E' un parametro INDISPENSABILE per il corretto rimontaggio e la fasatura del motore!! A questo punto bisogna smagliare o segare la vecchia catena. Segarla "in posizione" è brutto perché si rischia di segare qualcos'altro e comunque la segatura finirebbe dritta dritta dentro al motore. Occorre quindi liberare la catena e "piegarla" fuori dal motore, come si vedrà nelle successive foto. Per fare questo bisogna smontare gli assi a camme, operazione comunque indispensabile anche per il rimontaggio della stessa. Gli alberi devono essere liberati dai supportini su cui ruotano. Esiste una sequenza ben precisa per svitarli in quanto, a detta del manuale, gli assi potrebbero storcersi se soggetti alla pressione delle molle delle valvole e, contemporaneamente, vincolati solo ad una delle estremità. L'ordine, comunque, contempla per primi i supporti più esterni e poi, via via, quelli più vicini al centro. Nella Gippiola questi sono numerati e per rimontarli è sufficiente riordinarli in base alla numerazione, se nelle altre moto non fosse così, consiglio di segnarli prima di smontarli al fine di riposizionarli, in seguito, esattamente al loro posto. Smontati gli assi a camme e riposti con cura da qualche parte, la catena può essere riportata lateralmente, fuori dalla "zona valvole" per essere tagliata. Consiglio di coprire il valvolame con degli stracci e di sigillare il tutto con una busta in nylon per preservare il motore da zozzure, insetti e altri oggetti che potrebbero caderci dentro. Come altra cosa conviene decidere quale maglia tagliare e fissare la catena a qualche parte del motore con del fil di ferro o delle fascette "prima e dopo" tale maglia, in modo che, una volta aperta, non ricada dentro al motore. |
|
Io volevo segarla, ma essendo questa d'acciaio, il mio seghetto s'è spiattellato senza scalfirla. Allora ho proseguito con una lima e , dopo circa 75 minuti di sudata, s'è finalmente aperta. I fortunati con la corrente elettrica potranno usare uno smeriglio, ma non saranno mai eroici come me! A questo punto si avvicina la nuova catena al lembo più vicino all'ingranaggio dell'albero motore della vecchia (si consideri il senso di rotazione del motore), solitamente si tratta della parte corrispondente allo scarico e in qualche modo, avvalendosi ad esempio del fil di ferro, la si aggancia. ATTENZIONE! Nell'ingranaggio "in basso", quello dell'albero motore, lo spazio è molto ristretto e pertanto il fil di ferro non deve "sbordare" dalla sagoma della catena. Bisogna anche far si che la distanza fra la vecchia maglia e la nuova sia identica a quella di una maglia qualsiasi e assicurarsi che il legame sia robusto. Se dovesse, infatti, spezzarsi durante il passaggio, sarebbero guai seri e occorrerebbe probabilmente smontare tutto il motore per ripassare la catena!!! Una volta vincolata la catena si procede a far ruotare l'albero motore nel suo senso naturale con grande calma e pazienza, accompagnando la catena e tenendola un minimo "in tiro". E' consigliabile effettuare quest'operazione in due, in quanto da soli, lo garantisco, è un vero macello! |
|
|
E' forse l'operazione più delicata perché bisogna stare attentissimi a non spezzare la "falsa maglia" di giunzione fra le catene. L'albero motore va fatto ruotare un numero PARI di volte, fino a che il segno della fasatura non torna in posizione e la catena nuova prende esattamente il posto della vecchia! A questo punto bisogna liberare la "falsa maglia" e prepararsi a chiudere la catena. Il mio primo tentativo è stato alquanto infruttuoso perché la maglia fornitami nella scatoletta della catena era sbagliata! I pernetti erano più corti del dovuto di almeno 4mm e mancava pure una "parete" delle 4 necessarie a formare la catena morse. Nonostante fossi preparato ad un duello all'ultimo sangue con il ricambista, visto che non trovavo più lo scontrino, ma Nurchi mi ha REGALATO una maglia nuova giusta! Bellissimo! Tornato al garage ho infilato la nuova maglia e ho cominciato l'opera di ribaditura. Per inserire l'ultima "paretina" della maglia, occorre una certa pressione e mi sono avvalso dell'utilizzo di uno smaglia e rimaglia catene da biciclette gentilmente fornitomi da un amico. A comprarlo, Shimano, costa sui 45 euro!! I pernetti erano, questa volta, quelli standard, che sbordano dalla catena di 4mm. Armato di lima e di pazienza ho fatto fuori l'eccesso e, a questo punto, non mi è rimasto altro da fare che ribattere i pernetti, ovvero farli "sbordare" oltre il foro di inserimento affinchè non potessero più uscire. Per fare questo mi sono dovuto operare in una maniera particolare in quanto lavorare con la catena montata è alquanto difficoltoso. Allora ho posato una tavoletta di legno sopra al valvolame (sempre coperto dagli stracci) e ho posizionato una mazzetta sotto di essa, bloccandone il manico sul telaio. A questo punto, ho cominciato a martellare delicatamente con un punzone sui pernetti per deformarli. Mi sono accorto che l'acciaio era molto morbido alla percussione allora ho puntato direttamente su entrambi i perni la punta di un martello, picchiando sulla sua coda con un altro. In men che non si dica i pernetti erano a posto! ATTENZIONE: occorre prestare molta cura durante quest'operazione ed essere molto delicati perché pressioni troppo vigorose potrebbero schiacciare la maglia irrigidendola e non facendola più muovere, rispetto alle altre, come dovrebbe. Una volta chiusa la catena e assicuratomi della scorrevolezza della falsa maglia, ho "presentato il primo asse a camme, quello dello scarico, ovvero quello più lontano dal tendicatena. Occorre inserirci sopra la catena e poi avvicinarlo alla sua sede perché lo spazio fra l'albero stesso e il bordo del motore non permette alla catena di saltare in nessun modo, quindi deve essere montata prima del fissaggio dell'albero. Una volta poggiato l'albero nella sua sede occorre verificare che il segnetto sia al posto giusto e che il tratto di catena fra l'albero e l'ingranaggio dell'albero motore non presenti troppo "gioco". Se il segnetto non coincide occorre togliere l'albero dalla sede e muovere la catena di qualche dente avanti o indietro fino a che, rimontando il tutto, il segno torni al posto giusto e la catena sia tesa. Durante questa fase bisogna stare ATTENTISSIMI al fatto che l'albero motore non si muova e che, cioè, il segno della fasatura nel carterino stia fermo al suo posto! Una volta effettuata questa operazione correttamente si può fissare l'albero a camme, avvitando gli appositi supporti seguendo l'ordine scritto nel manuale o, comunque, in ordine inverso rispetto allo smontaggio. A questo punto si deve inserire al suo posto l'albero di aspirazione, cercando di farlo corrispondere col suo segnetto e stando ben ATTENTI a fare in modo che il numero delle maglie di catena da un segno all'altro sia identico a quello scritto nel manuale o a quello segnato precedentemente allo smontaggio. Una volta fissati entrambi gli alberi consiglio di far girare l'albero motore "a mano" per un bel po' di giri, verificando che i segnetti tornino tutti ai loro posti secondo la fasatura iniziale. |
|
Se questo non avvenisse potrebbe trattarsi di uno dei seguenti problemi: 1) il numero delle maglie fra un segno e l'altro non è corretto 2) la catena ha "gioco" fra l'asse di scarico e l'ingranaggio dell'albero motore 3) la catena ha un numero di maglie diverse da quelle originali Nel primo e nel secondo caso la cosa si risolve smontando e rimontando gli assi correttamente. Nel terzo caso... dovevate controllare prima! Ah! Occhio quando chiudete la maglia che la catena non sia "annodata" o "arrotolata" su se stessa, facendo il tipico "ricciolo". A me è successo e ho dovuto risegarla e comprare una terza falsa maglia. Comunque alla fine ce l'ho fatta. E così è giunto il momento di rimontare il tendicatena. Il mio s'è rotto durante la chiusura! Ovvero s'è spezzata la filettatura che trattiene il capuccetto. |
|
Smontare il pezzo per farlo riportare sarebbe stata un'impresa disperata e avrebbe comportato lo smontaggio di troppe parti del motore compresa la sostituzione di un numero spropositato di guarnizioni. Così ho deciso di operare come segue. La filettatura, ora, "prendeva" per soli due giri. Il capuccetto non deve sopportare troppe pressioni e non richiede di essere troppo stretto, ma due soli giri mi parevano comunque pochi e mi facevano temere che, con vibrazioni e colpi, il capuccetto potesse decidere di andarsene a spasso nel bel mezzo di un viaggio. Così l'idea era quella di saldarci sopra un dado a cui avvitare una vite per vincolarlo al motore in qualche modo, con una staffa o simile. Essendo il cappuccio d'alluminio pretendeva una saldatura con un altro elemento d'alluminio e dopo aver cercato inutilmente qualche staffetta, qualche dado o qualsiasi altro oggetto di questo materiale che non fosse un tubo per impalcature, ho deciso di accantonare quest'idea e affidarmi ad un'altra. Ho comprato un bussolotto da 17mm che incastrava perfettamente con la testa esagonale del cappuccio. L'ho fatto trapanare trasversalmente e ci ho fissato un bullone. Il bullone l'ho utilizzato per vincolare una cascata di tre fascette metalliche con le quali ho fissato il tutto al motore. In questo modo il pezzo non può andarsene perché è impedito dal bussolotto sia al movimento di rotazione che a quello di "estrazione". E non ho nemmeno "taroccato" il pezzo originale. |
|
|
|
Una piccola aggiustatina al gioco valvole è indispensabile. La cosa è abbastanza "standard" (non fosse per una maledetissima chiave da 3 che non sono riuscito a trovare e che Toi ha pensato bene di forgiare a mazzate partendo da una da 5! Beh, ha funzionato benissimo!) e non credo abbia bisogno di una descrizione particolare. Rimontato il tendicatena ecco che non rimane altro da fare che rimontare il coperchio, i condotti, e tutto il resto della moto. |
|
Non resta che sperare (molto!) e premere il pulsante di "START"... La mia è partita... spero lo faccia anche la vostra! La moto, comunque, ha presentato un altro problema relativo ai bocchettoni che portano l'aria dal filtro ai carburatori. |
|
Sono da sostituire e mi sto prodigando in proposito, visto che il ricambio costa troppo.. ad ogni modo ci sarà spazio per un altro report...
Simplo, marzo 2002 |
Racconti |